

Cosa si mangia a Cuba? Ve lo diciamo subito: molto più di quello che immaginate. Tra riso, fagioli, maiale arrosto e banane fritte, l’isola è un mix di influenze africane, spagnole e caraibiche che si ritrova in ogni piatto. Il bello? È tutto semplice, ma pieno di sapore. E se amate lo street food, qui troverete panini imbottiti, fritti croccanti e succo di canna da zucchero da bere al volo con vista sul Malecón.
In questo articolo vi portiamo alla scoperta dei piatti cubani da provare assolutamente. Dai classici alle sorprese che trovate per strada, vi raccontiamo cosa mettere nel piatto per sentire davvero il ritmo dell’isola, anche a tavola.
Quali sono i piatti da non perdere la prima volta a Cuba?
Sappiate che a Cuba tutto ha un ritmo, e alla domanda quali piatti cubani provare, la risposta è un mix: quello di sapori semplici, ricette che profumano di casa e piatti che raccontano la storia dell’isola.
Qui il cibo è spesso fatto con pochi ingredienti, ma quelli giusti — e ogni morso è una piccola rivoluzione (gastronomica).
Ecco una preview dei piatti cubani da provare assolutamente nel vostro primo viaggio:
- Ropa Vieja – straccetti di manzo stufati nel pomodoro, piatto nazionale cubano
- Moros y Cristianos – riso e fagioli neri cucinati insieme, storico e saporito
- Arroz con Pollo – riso e pollo cotti insieme, super comfort food cubano
- Vaca Frita – manzo sfilacciato e fritto, croccante fuori e tenero dentro
- Lechón Asado – maiale arrosto marinato nel mojo: l’anima delle feste
- Ajiaco – zuppa densa con carne, mais e tuberi: calda, autentica, casalinga
Vi abbiamo fatto venire fame? Bene, perché nei paragrafi sotto vi raccontiamo ogni piatto per bene. E intanto mentre sognate queste piatti, potete ripassare cosa fare sull’isola con la nostra guida alle cose da non perdere a Cuba.
Ropa Vieja: il piatto nazionale cubano
Il nome fa sorridere: ropa vieja significa letteralmente “vestiti vecchi”. Ma tranquilli, non vi state mangiando il bucato della nonna. Questo piatto è in realtà un meraviglioso stufato di carne di manzo sfilacciata, cotta lentamente in un sugo ricco di pomodoro, cipolla, peperoni, aglio e spezie. Il risultato? Una bomba di sapore, tenerissima, che si scioglie in bocca — e che una volta assaggiata diventa difficile da dimenticare.
Il soprannome curioso deriva proprio dall’aspetto del piatto: la carne, cotta per ore e poi “stracciata”, somiglia a una matassa di stracci.

La Ropa Vieja è un piatto che racconta una storia: nata dalla tradizione contadina delle Canarie, è arrivata a Cuba con gli emigrati spagnoli e si è trasformata, adattandosi agli ingredienti e ai ritmi caraibici. Oggi viene servita in quasi ogni paladar (i ristorantini familiari cubani) accompagnata da riso bianco, fagioli neri e tostones — per un combo completo che sazia il corpo e l’anima.
Se la trovate nel menù, non pensateci due volte: è un must assoluto. E se vi capita di provarla in una casa particular, ancora meglio. Ogni famiglia ha la sua versione, ognuna con un tocco diverso: chi ci mette un po’ di vino, chi del cumino in più, chi la cuoce fino a che la carne diventa quasi una crema.
Moros y Cristianos
Semplice, economico, onnipresente: il piatto che più di ogni altro racconta cosa si mangia a Cuba ogni giorno, in ogni casa, è lui, il Moros y Cristianos. Dietro questo nome altisonante — letteralmente “mori e cristiani” — si nasconde un abbinamento gastronomico che è molto più di un contorno: riso bianco e fagioli neri cucinati insieme, conditi con spezie, cipolla, aglio e, spesso, un tocco di peperone.
Il nome non è casuale: rappresenta l’unione (e lo scontro) tra culture diverse che hanno plasmato l’identità dell’isola. I fagioli neri simboleggiano i mori, il riso bianco i cristiani. Una metafora che parte dalla Spagna e arriva fino a Cuba, dove il piatto è diventato parte integrante della cucina quotidiana, tanto che non esiste praticamente pasto senza una porzione di moros accanto.
Non va confuso con il congrí, che è un parente strettissimo: stessa logica riso + legumi, ma in versioni leggermente diverse a seconda della zona dell’isola. Il moros y cristianos classico viene cotto tutto insieme, così che il riso assorba il sapore profondo dei fagioli e delle spezie, prendendo quel colore brunito tipico.
È il compagno perfetto per quasi tutto: carne di maiale, pollo, pesce, ropa vieja, uova, qualsiasi cosa. Ma se siete in viaggio a Cuba, vi capiterà anche di mangiarlo da solo, magari in una ciotola di metallo in una cucina casalinga, con un filo d’olio sopra. Ed è in quel momento che capirete quanto può essere buono qualcosa di semplice, quando è fatto con cuore e tradizione.
Arroz con pollo
C’è un piatto che a Cuba mette d’accordo tutti — dalla nonna al vicino di casa al backpacker che arriva con lo zaino mezzo rotto — è l’arroz con pollo. Il nome dice tutto: riso con pollo. Ma dietro questa semplicità si nasconde un piatto che profuma di famiglia, di giorni di festa, di tavolate chiassose con le finestre aperte e la musica di sottofondo.
L’arroz con pollo cubano è un classico piatto unico: riso cotto insieme al pollo in un brodo ricco di sapori, con cipolla, aglio, peperoni, spezie (soprattutto cumino), e spesso un tocco di salsa di pomodoro. Il segreto? Lasciare che il riso assorba tutti i succhi della carne e degli aromi, diventando morbido, avvolgente, pieno di gusto. Niente cotture separate, niente sprechi: tutto finisce nella stessa pentola. E il risultato è una bomba di comfort food.
Ogni famiglia ha la sua variante: c’è chi lo fa più asciutto, chi lo serve cremoso, chi aggiunge piselli, chi olive verdi, chi peperoncino. Ma ovunque andrete, vi accorgerete che è il piatto delle occasioni speciali, quello che si prepara quando arrivano ospiti, o la domenica, o nei pranzi collettivi in casa particular. E il bello è che vi sentirete subito parte della famiglia.
E quando lo finite, capite perché è uno dei piatti più amati dell’isola: perché l’arroz con pollo è semplice, sincero, e racconta la Cuba che cucina per nutrirti davvero l’anima.
Vaca Frita
Se la Ropa Vieja è tenera e affettuosa, la Vaca Frita è la sorella più ruvida e rock’n’roll. Qui la carne non si scioglie: scrocchia. Il procedimento è semplice ma geniale: si prende del manzo precedentemente bollito e sfilacciato, lo si lascia insaporire con lime, aglio, cipolla e sale, e poi… si frigge in padella con poco olio fino a farlo diventare croccante, dorato, rumoroso.

È un piatto che vi arriva ancora sfrigolante, con quel profumo tostato che fa girare la testa. Fuori è croccante, dentro resta morbido — e il contrasto è pura poesia da strada. Di solito viene servita con riso bianco, fagioli neri e tostones, e può tranquillamente diventare il vostro piatto cubano preferito dopo il primo assaggio.
Perfetta per chi ama le texture, per chi cerca un’alternativa alla ropa vieja, o per chi ha bisogno di un comfort food che sia anche un po’ badass. E se la provate in una casa particular fatta bene, fidatevi: vi cambierà la giornata.
Spoiler: anche il giorno dopo, riscaldata, è uno spettacolo.
Lechón Asado
Quando c’è qualcosa da festeggiare — un compleanno, un matrimonio, una domenica qualsiasi — a Cuba si tira fuori il maiale intero e si accende la brace. Il Lechón Asado è il piatto delle grandi occasioni, ma anche una delle cose più buone che possiate mangiare su quest’isola.
Parliamo di maiale arrosto (spesso la spalla o il maialino intero), marinato a lungo nel celebre mojo criollo — una miscela di succo d’arancia amara, aglio, cipolla, origano e cumino — e poi cotto lentamente finché non diventa tenero dentro e croccante fuori. La pelle scrocchia come il caramello, la carne si sfilaccia con la forchetta, e il sapore è un mix perfetto tra affumicato, agrumato e speziato.
Il lechón si mangia ovunque: nei ristoranti, nelle case, nelle piazze, ai bordi delle strade. Lo trovate servito nel piatto, ma anche infilato in un panino (il mitico pan con lechón, di cui parleremo a breve). È un piatto che sa di condivisione, musica alta, mani unte e bicchieri pieni di rum.
Se vi capita di essere invitati a un pranzo dove stanno arrostendo un lechón intero… non dite di no. State per vivere uno dei riti gastronomici più autentici di Cuba.
Ajiaco
Non c’è piatto più casalingo, profondo e identitario dell’ajiaco. Una zuppa densa, rustica, cucinata per ore, dove finiscono dentro carne, tuberi, mais, spezie e pazienza. Ogni famiglia ha la sua versione, ogni zona dell’isola la prepara con un twist diverso, ma la sensazione è sempre la stessa: quando ne mangi una scodella, ti senti subito a casa.

Le origini dell’ajiaco sono antichissime, e risalgono a un mix tra cultura indigena e tradizione contadina. Dentro ci trovate platano verde, yuca, malanga, mais a pezzi, carne di manzo o maiale (o entrambe), cipolla, aglio, spezie… ed è proprio la varietà di ingredienti che lo rende un piatto unico. Non è solo “una minestra”: è una storia messa sul fuoco lento.
Non aspettatevi eleganza o leggerezza. L’ajiaco riempie, coccola e stende. Si mangia nei giorni importanti, nei pranzi lenti della domenica, quando si cucina per la famiglia tutta intera. È una ricetta che non si fa di fretta, ma che ripaga con ogni cucchiaio.
Street food cubano da non perdere
Dimenticate i fast food globalizzati: a Cuba lo street food è un’esperienza a sé. Si mangia per strada perché è comodo, certo, ma anche perché è lì che il cibo è più vivo, onesto, improvvisato. Non c’è molto, ma quel poco è fatto per saziare, far sorridere e – spesso – costare pochissimo.
Le strade cubane profumano di fritti, pane caldo, carne speziata e frutta tropicale frullata. Ci sono chioschi che sembrano scavati nel cemento, carretti trainati a mano, finestrelle con un cartello scritto a penna, e gente che aspetta paziente il suo panino col lechón come se fosse oro.
Il pan con lechón è una leggenda urbana (e rurale): si tratta di pane cubano, maiale arrosto e mojo — tutto insieme. Il sandwich cubano invece è il più famoso, nato tra Florida e Havana, con prosciutto, formaggio, cetriolini e un tocco di senape: tostato, filante, godurioso. Ma non finisce qui: ci sono i tostones, fettine di platano verde fritte due volte, croccanti da urlo; le croquetas, piccole bombe di gusto a base di jamón o pollo; e da bere? Guarapo fresco, ovvero succo di canna da zucchero spremuto al momento, oppure un batido al mango o alla guava, servito con ghiaccio in un bicchierone di plastica sgraziata ma perfetta.

Lo street food cubano è fatto con quel poco che c’è, ma ha tutto quello che serve: gusto, identità e creatività. È il modo migliore per scoprire l’isola, chiacchierare con la gente del posto e godersi una pausa tra un passo di salsa e l’altro.
Drink cubani: non solo Mojito. Tutto quello che si beve a Cuba
Se c’è un’isola dove bere bene è quasi un dovere morale, è Cuba. E no, non è solo una questione di rum — anche se partiamo proprio da lì. Il rum cubano è più di un liquore: è storia, cultura, materia prima e orgoglio nazionale. Da lui nascono alcuni dei cocktail più famosi del mondo, inventati proprio tra i tavoli consumati dell’Havana Vieja o nelle sale affumicate dei bar più leggendari dell’isola.
Il primo, ovviamente, è il Mojito: rum bianco, lime, menta fresca, zucchero di canna e acqua frizzante. Un classico eterno, che trovate ovunque — ma se volete berlo dove è diventato leggenda, andate dritti alla Bodeguita del Medio, all’Avana. Sì, è tourist trap, ma è anche storia pura. C’è la firma di Hemingway sul muro, e non per caso.

Poi c’è il Daiquiri, fratello più elegante del Mojito: rum, succo di lime, zucchero e ghiaccio tritato. Fresco, secco, diretto. Per il Daiquiri perfetto, il posto è il mitico El Floridita, altro bar caro a Hemingway (sì, era uno che sapeva bere bene). Qui lo shakerano ancora con la grazia di chi fa cocktail da decenni — e la statua bronzea dell’autore al bancone vi guarda con approvazione.
Non mancano il Cuba Libre (rum, cola e lime), il Ron Collins, il Canchánchara (rum, miele e lime, tipico di Trinidad), o i batidos analcolici: frullati di mango, guava, papaya, ananas… serviti con ghiaccio e sorriso, perfetti per rinfrescarsi senza rum (ogni tanto).
Bere a Cuba non è solo dissetarsi: è partecipare a un rituale. È chiacchierare con chi vi sta accanto, sentire la musica in sottofondo, guardare la città che si muove lenta e viva. E se vi trovate in dubbio su cosa ordinare, ricordate il mantra: “Se piaceva a Hemingway, un motivo c’è.”
Mangiare vegetariano (o vegano) a Cuba: missione impossibile?
Diciamolo subito: mangiare vegetariano o vegano a Cuba non è facilissimo, ma non è neanche una tragedia annunciata. Serve un po’ di spirito d’adattamento, qualche frase utile in spagnolo, e una certa tolleranza verso il concetto cubano di “piatto vegetariano” (che a volte include pancetta “per insaporire”, eh sì). Ma niente panico: si può mangiare bene anche senza carne.
La base è solida: riso, fagioli, tostones, verdure saltate, yucca, malanga, platano fritto, frutta tropicale a volontà, batidos, zuppe di legumi, tante preparazioni contadine che nascono proprio dalla semplicità degli ingredienti. Il problema è che spesso i menù non offrono alternative dichiarate, quindi è fondamentale chiedere (con un sorriso): “¿Tiene algo sin carne?” oppure “¿Esto lleva jamón o caldo de pollo?”
Nelle case particular è dove avete più margine: basta avvisare in anticipo, e molti host saranno felici di cucinare piatti vegetariani per voi (a volte addirittura migliori dei classici). Nei paladar, soprattutto quelli più recenti nelle grandi città, qualche opzione senza carne inizia ad apparire. Nelle zone rurali invece, potreste ritrovarvi a vivere per giorni a pane, riso, avocado e banane — ma ehi, fa parte del gioco.
Insomma: non aspettatevi la Cuba veg-friendly da Instagram, ma con un po’ di flessibilità e spirito d’avventura, mangerete comunque in modo soddisfacente — e super autentico. E magari, tra un batido di guava e un piatto di congrí, vi porterete a casa anche nuove ispirazioni per la cucina di ritorno.
Quanto costa mangiare a Cuba?
Mangiare a Cuba costa poco, ma dipende dove e cosa. Se puntate allo street food o ai piatti popolari nei paladar locali, con 5-8€ al giorno ve la cavate alla grande. Un pan con lechón per strada vi costa meno di un caffè in Italia (1-2€), mentre un piatto completo in una casa particular si aggira sui 4-6€, spesso compreso di riso, carne, fagioli e frutta. Nei ristoranti più turistici i prezzi salgono, ma mai alle stelle: con 10-15€ vi fate una cena seria, cocktail incluso.

Cosa conviene ordinare? Tutto ciò che è locale, semplice e fatto in casa: ropa vieja, congrí, pollo asado, tostones, batidos. Evitate piatti “internazionali” tipo pasta o pizza (spoiler: non sono il punto forte dell’isola) e fidatevi della cucina casalinga. Ah, e se c’è scritto “solo un piatto oggi”? Prendetelo. Di solito è quello cucinato con più amore.
Cuba con WeRoad
Dopo aver assaggiato (almeno con gli occhi) tutto quello che si mangia a Cuba, vi sarà chiaro: quest’isola non si visita, si vive. E spesso si vive con la bocca piena, magari anche di chiacchiere improvvisate, salsa in sottofondo, piatti condivisi con nuovi amici.
E con WeRoad potete viverlo tutto, senza filtri e senza stress: organizziamo il viaggio, voi ci mettete la fame (di scoprire).

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